Un mare di servitù, una casa da re, tre vetture, l'autista sempre pronti per me,
i cavalli, lo yacht e tutto un mondo che apparteneva a me.
E non esiste più il gioco rapportato con sé.
Uno ad uno ho veduto andare via, uno ad uno i tappeti, il renouar, tutte le antichità,
uno ad uno separati da me, uno ad uno franne il letto su cui sto piangendo così su di me.
E quanti amici brillanti la mia corte di re,
che vuotava il mio bar sorridendo per me.
E a fine mese poi, con regolarità, passavano di qui, trovandosi così, in momentanea difficoltà.
Uno ad uno li ho veduti partire, uno ad uno con dei pretesti a cui non ho creduto mai.
Uno ad uno li ho perduti per via,
uno ad uno rinnegarono a me e un destino che è solo mio.
Una scrittrice di fama e un aspirante star, qualche isterica dama, due figli di papà,
han cercato l'oblio, stando a letto con me, e han giurato su Dio di amare solo me, oltre i diamanti il che.
Uno ad uno ho esaurito i poteri, uno ad uno su quei corpi vestiti di gioielli da me.
Uno ad uno scopro la verità, uno ad uno e mi dico perciò, ma che stupido sei, proprio tu.
Proprio tu.
Proprio tu.