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V.A
I migliori perdenti della storia

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Il neoplatonico Plotino voleva una Platonopoli
Ottenne per nome Pletone un altro filosofo a Costantinopoli
E ora è di fronte a me, in mezzo ai pilastri del tempio di Leon Battista Alberti
Agostino Duccio e Matteo De Pasti
Non fecero in tempo a costruire quel tempio
Rimase incompiuto come l'opera d'ingrandimento
Della signoria del committente grande combattente
Che il poeta definì nella storia il più gran perdente
Come a fresca Pier della Francesca
Non si inginocchiò davanti ai santi
Ma solo a colui che lo incoronò
L'ottò con grandi uomini come il re d'Aragone
Più secondo dei piccolomini
Allora vescovo di Roma
Che lo esclusero dalla pace di Lodi
Che a metà del Quattrocento portò la stabilità
Per il grande rinascimento
E così con il suo talento militare
Riuscì a vincere in battaglia la grande armata papale
Ma se ancora oggi vediamo il Vaticano
È perché Sigismondo venne poi sconfitto
Sulle rive del Cesano
Come un secolo prima quel francescano
Che voleva l'ordine povero come Cristo
Che era un povero
Cristo
Michele da Cesena era il suo nome
Per s'affermazione venne convocato
Alla sede papale ad Avignone
Da cui fuggì con Guglielmo d'Occa
Ma altro rivale del potere papale
Il quale rasoiò il pensiero medievale
Ed era amico di un mio compaesano
Ma la loro lotta resta incompiuta
Come il Tempio malatestiano
Ora passa un altro italiano
Certamente fra i più belli
Il fisico del Seicento Evangelista
Torricelli
Uno dei padri del barometro
Suo grandissimo merito
Aumentò il nostro sapere
Sul divenire atmosferico
E oggi quel sapere rivela
L'aumento dell'effetto Serre
Che rischiamo di scoprire
E di comparire da questa terra
Vincerà la scienza
Di quell'uomo da Faenzo
Vincerà il denaro
Che è nel panteon
Della nostra esistenza
Citando un sonetto anticlericale
Che scrisse satireggiando
Un altro grande
Riminese Iano Blanco
Ma cazzo
Santo Padre ogni ordinario
Ci vengono nuovi guai
Novi pericoli
E voi posate quieto il tafanario
Grattandovi i santissimi testicoli
Come ambientanti
Durassì un patto
Duone nelle ulere
Sbite nei porti
Ascetti che lontane
Se il fioramento
Forte lo scierà
La luce
La notte
Più armonizzata
La più solida
Per volare
Grazie a tutti.
Ottenne per nome Pletone un altro filosofo a Costantinopoli
E ora è di fronte a me, in mezzo ai pilastri del tempio di Leon Battista Alberti
Agostino Duccio e Matteo De Pasti
Non fecero in tempo a costruire quel tempio
Rimase incompiuto come l'opera d'ingrandimento
Della signoria del committente grande combattente
Che il poeta definì nella storia il più gran perdente
Come a fresca Pier della Francesca
Non si inginocchiò davanti ai santi
Ma solo a colui che lo incoronò
L'ottò con grandi uomini come il re d'Aragone
Più secondo dei piccolomini
Allora vescovo di Roma
Che lo esclusero dalla pace di Lodi
Che a metà del Quattrocento portò la stabilità
Per il grande rinascimento
E così con il suo talento militare
Riuscì a vincere in battaglia la grande armata papale
Ma se ancora oggi vediamo il Vaticano
È perché Sigismondo venne poi sconfitto
Sulle rive del Cesano
Come un secolo prima quel francescano
Che voleva l'ordine povero come Cristo
Che era un povero
Cristo
Michele da Cesena era il suo nome
Per s'affermazione venne convocato
Alla sede papale ad Avignone
Da cui fuggì con Guglielmo d'Occa
Ma altro rivale del potere papale
Il quale rasoiò il pensiero medievale
Ed era amico di un mio compaesano
Ma la loro lotta resta incompiuta
Come il Tempio malatestiano
Ora passa un altro italiano
Certamente fra i più belli
Il fisico del Seicento Evangelista
Torricelli
Uno dei padri del barometro
Suo grandissimo merito
Aumentò il nostro sapere
Sul divenire atmosferico
E oggi quel sapere rivela
L'aumento dell'effetto Serre
Che rischiamo di scoprire
E di comparire da questa terra
Vincerà la scienza
Di quell'uomo da Faenzo
Vincerà il denaro
Che è nel panteon
Della nostra esistenza
Citando un sonetto anticlericale
Che scrisse satireggiando
Un altro grande
Riminese Iano Blanco
Ma cazzo
Santo Padre ogni ordinario
Ci vengono nuovi guai
Novi pericoli
E voi posate quieto il tafanario
Grattandovi i santissimi testicoli
Come ambientanti
Durassì un patto
Duone nelle ulere
Sbite nei porti
Ascetti che lontane
Se il fioramento
Forte lo scierà
La luce
La notte
Più armonizzata
La più solida
Per volare
Grazie a tutti.
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